
Le sette morti di Evelyn Hardcastle di Stuart Turton: recensione
“Le sette morti di Evelyn Hardcastle” non è uno dei romanzi che consiglierei se volete una lettura leggera.
Questo libro, infatti, richiede una concentrazione e una propensione all’investigazione che di solito vengono riservate ai giochi, come alle escape rooms, per esempio, o anche al buon vecchio “Cluedo”.
La prima parola che d’istinto associo alla sua lettura è confusione. Infatti il lettore per le prime 100 pagine si trova del tutto spaesato, tra continui cambi di prospettiva e di scenari.
Tuttavia, se si ha la pazienza, la tenacia e la curiosità di proseguire nella lettura, allo smarrimento subentra lo sbigottimento: sì perché che all’interno di un giallo si piazzi un elemento fantasy non è cosa da tutti i giorni.
Fino a quel momento il povero lettore è stato indotto a pensare di muoversi lungo i binari mentali di un giallo alla “Agatha Christie”, familiari e rassicuranti. Del resto, i personaggi e l’ambientazione stessa -il vecchio castello della famiglia Hardcastle nella campagna inglese- lo hanno fatto supporre, forse perché sono rimasti i pochi punti saldi della vicenda.
Salvo poi ritrovarsi con una morte, quella della giovane Evelyn, che continua a reiterarsi giorno dopo giorno con le stesse modalità. Quello che cambia è il personaggio da cui viene vista, che ogni volta è diverso. E se qui si può semplicemente parlare di prospettiva multifocale, in realtà non è così.
I personaggi infatti sono la reincarnazione di uno stesso uomo, che a fine giornata viene assassinato prima di capire chi ha ucciso la ragazza.
E questo prosegue all’infinito, fino a quando il protagonista non svela l’enigma.
Ma non pensate che sia finita qui: proprio nel finale sta l’ulteriore colpo di genio, la ciliegina sulla torta, quando da thriller il romanzo diventa…
Non ve lo dico!
E se a Blackheath House si gioca al gatto e al topo, tra personaggi mascherati e vittime che diventano carnefici, anche l’autore fa lo stesso con i suoi lettori: nulla in questo romanzo d’esordio è ciò che appare.
Sbalorditivo, sorprendente e intrigante. Con uno stile pulito e ricco di sfumature, Stuart Turton porta la scrittura a livelli altissimi soprattutto per un primo libro.
La confusione – voluta- all’inizio del romanzo trova la sua soluzione proprio quando il lettore si è ormai convinto che non sta capendo nulla.
Il giallo poi prende vita e ci si ritrova con una matita in mano a calcolare e tracciare i movimenti di ogni personaggio e a fare supposizioni su chi possa aver sparato a Evelyn nel lago.
E per finire, l’asso pigliatutto. Una volta svelato l’assassino, dopo i primi istanti di godimento, sorge impellente il bisogno di rispondere all’interrogativo che sottostà all’intera vicenda: ma come fa il povero Aiden Bishop a reincarnarsi ogni giorno in un personaggio diverso?
Ovviamente non sta a me svelarlo.
L’unica cosa che mi sento di dirvi è: leggetelo e preparatevi a misurarvi con un autore sadico che si diverte a buttare sotto sopra tutte le vostre previsioni.
Come sempre, un ringraziamento speciale va a Paola, di “Homemademamma”, che ha inventato il venerdì del libro.
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E voi, che libri mi consigliate oggi?
SCHEDA TECNICA
Titolo: Le sette morti di Evelyn Hardcastle
Autore: Stuart Turton
Traduttore: Federica Oddera
Editore: Neri Pozza
Anno: 2019
Pagine: 526
6 Comments
Martina Monti
Amo i romanzi ambientati nella campagna inglese, ma questo proprio mi mancava! Grazie per il consiglio!
Priscilla
Provalo, vedrai che non ti deluderà!
rossella kohler
Ma dai, che trama complicata e avvincente! Mi hai proprio incuriosito. Poi l’ambientazione nella campagna inglese è sempre affascinante.
Priscilla
Esatto, un punto in più al libro solo per questo!
My Travel Planner
Un libro che sembra davvero un rompicapo! Il più sarà resistere alla prima parte perché se quella non mi prendesse, farei fatica ad andare avanti!
Priscilla
Eh, devi dargli fiducia! Vedrai che poi verrai ripagata…