
Mamme stanche e momenti speciali
Questi ultimI giorni si stanno rivelando più pesanti di quanto pensassi.
Ringhio continua con le sue fasi altalenanti, alternando giorni in cui sta benissimo e giorni in cui ha un febbrone da cavallo (39°, 40°) febbre che, come per magia, poi scompare.
Il pediatra ha prescritto cinque giorni di antibiotico, esame delle urine e astensione dalla materna per almeno una settimana, nella speranza che il suo sistema immunitario si fortifichi e gli consenta di non fare continue ricadute.
Nel frattempo anche la Ninfa ha cominciato, come da copione, a voler boicottare l’asilo, perché “se lui non ci va non ci vado nemmeno io”, salvo poi cambiare idea dopo che i grandi hanno acconsentito.
Però si vede che cominciamo ad essere stanchi.
I bambini, che prima si alzavano sempre senza problemi verso le sei e un quarto prima del trillo della sveglia, ora non si svegliano nemmeno con le cannonate.
Compagno Fedele ha dei veri e propri attacchi di narcolessia: mentre gli parlo spesso mi capita di vederlo beatamente appisolato sul divano o sulla sedia.
E la stanchezza ha colpito anche me. Già verso le otto di sera comincio a sbadigliare e trascinarmi come uno zombie in giro per casa senza concludere niente, aspettando solo il momento di crollare a letto.
Per fortuna manca poco alle feste di Natale e alle sospirate ferie.
Intanto però faccio di tutto per godermi la gioia dei piccoli piaceri quotidiani.
Il momento della giornata che apprezzo di più è la sera, quando torno a casa.
Il viaggio in auto, la coda perenne, il freddo dell’inverno servono solo a farmi pregustare l’arrivo a casa.
Come ieri sera. Ho parcheggiato l’auto e sono scesa, con la mente che ancora smacchinava sulle mille e una cosa da fare.
Ho aperto la porta e mi ha accolto il tepore della casa, della mia famiglia.
Tavola apparecchiata alla perfezione, bambini già puliti e impigiamati, cena già nel forno.
Ringhio e la Ninfa mi si sono buttati tra le braccia, mi hanno aiutato a sistemare le cose e mi hanno fatto compagniamentre mi facevo la doccia .
Dopodiché ci siamo seduti a tavola. CF ha preparato una versione nuova delle lasagne di cui vi darò più avanti la ricetta.
Abbiamo chiacchierato, ognuno ha parlato della sua giornata e poi tutti insieme abbiamo sistemato la cucina.
I bambini hanno giocato senza litigare (e già questo è un evento miracoloso), mentre io e CF abbiamo chiacchierato del più e del meno, senza fretta e senza alcuno scopo se non il piacere di parlare.
Alla luce intermittente delle lucine dell’albero di Natale abbiamo sorseggiato una tisana calda, abbiamo riso e ci siamo coccolati.
Infine, tutti nel lettone per le favole della buona notte. Abbiamo letto tre libri, mentre io e CF facevamo a turno le voci dei personaggi.
I bambini erano davvero felici ed è stato stupendo vedere quanta gioia c’era nei loro occhi.
Ecco, queste sono le serate che apprezzo di più, quelle in cui regna un’armonia e una sintonia tale che il cuore sembra scoppiare, quelle in cui davvero capisci cosa vuol dire
Home, sweet home.
One Comment
L'angolo di me stessa
Bellissime…però almeno a casa mia sono davvero rare. Tanto che quasi non le apprezzo perché non mi sembrano vere…